"Mi piacerebbe vederli.Ci dicono che sono come noi, ma risulta difficile crederlo, perché" |
Se potessi esprimere il mio fastidio davanti a tanto macchinario, mi brucerebbero vivo nella piazza del paese.
Compito abbastanza complicato perché non c’è paese nè piazza. Da un’altra parte credo che c’è gente che impedisce che lo brucino ad uno.
O forse ci siano leggi, non so....
Ci dicono che prima c’erano posti dove si insegnavano queste cose.
E vero, nella loggia mi hanno raccontato che in quei posti uno poteva scegliere quello che voleva studiare. Non lo credo. Appena ti lascerebbero scegliere un abbozzo – un pensiero* giallo forse - ... Quello mi piacerebbe...
Com’era prima? Dicono che c’erano paesi e piazze.
E gente che poteva andare da un posto all’altro...
Ora che riesco a pensarlo non so come posso stare a scrivere questo.
Deve essere efetto della visita che mi hanno fatto qualche minuto fa.
Vorrano raccontarci qualcosa, per variare... Mi piacerebbe vederli.
Ci dicono che sono come noi, ma risulta difficile crederlo, perché nous sommes* tutti diversi.
Forse siano come Tre, lui è rotondo e colore arancione.
Da un’altra parte non tutti noi possiamo scrivere sulla macchina.
(Tre ad esempio non può).
Alcuni devono concentrarsi molto, dopo che gli hanno visitati, e allora cominciano ad apparire le lettere sullo schermo.
Però sebbene siamo diversi, quando possiamo scrivere tutti lo facciamo allo stesso modo... alcuno è riuscito a cambiare il colore dei caratteri, ma nessuno la forma.
In questo momento ricordo dove vivo, ma anche so che dopo lo dimenticherò.
Ricordo dove passo i giorni, separando la paglia del grano, in quelle enormi scatole.
Non posso ricordare, comunque, quanto fa che esisto. Forse sia esistito sempre.
Con Tre ci vediamo nella loggia, nella quale ci incontriamo ad un tratto, senza sapere come. Siamo cinque (adesso lo so).
Ma nella loggia non lo sappiamo. Vediamo diverse forme, con le quali possiamo comunicarci in diverso modo e niente più...
Loro vengono e ci raccontano sulla città, su com’era l'Era di prima...
Non possiamo vederli nè sappiamo perché ci raccontano tante cose.
Quello che ci dicono non lo ricordiamo fino a che ci mettiamo a scrivere.
A volte Tre ed io riusciamo a parlare un po’, ma è raro...
Quando finisca di scrivere, questo schermo sparirà.
Non so se si cancella per sempre, forse alcuno lo ricuperi e legga. Io mai posso, Tre neanche...
Fra poco smetterò di scrivere e separando la paglia del grano, sarò felice un’altra volta...
Arelisa Beatriz Romero
Notas:
*L’autrice solitamente usa la parola pensamientos (pensieri) nel doppio senso che ha in spagnolo: pensieri ma anche un fiore :viola.
**nous sommes in francese: noi siamo.
Racconto pubblicato con la firma di Arelisa Suoboda, in aprile 1999, nel numero 19 di ciencias Milenarias (Scenze millenarie), casa editrice Ediser, - www.croattodesign.com.ar -.
Racconto pubblicato con la firma di Arelisa Suoboda, in aprile 1999, nel numero 19 di ciencias Milenarias (Scenze millenarie), casa editrice Ediser, - www.croattodesign.com.ar -.
Protetto da diritti di autore (copyright).
Il dipinto "Me gustaría verlos"( Mi piacerebbe vederli) e il dipinto " Cómo era de Era de antes"(com'era l'Era di prima), sono protette da copyright ed è vietato il suo utilizzo totale o parziale senza permesso dell’autrice.
Traduzione Professore Diego García Boland.
Grazie Diego, Arelisa.